Lo zafferano

La tintura naturale con i petali dello zafferano è il tema del momento.

La raccolta sta cominciando ora e molti si domandano se è possibile recuperare il colore dai petali scartati e utilizzarlo in tintura naturale, perché è un peccato buttare tutta quella montagna di fiori e il colore è davvero bello.

Visto che in molti me lo avete chiesto vi racconto la mia esperienza e come sempre vi allego un paio di articoli per approfondire il tema.

L’anno scorso in questo periodo ho avuto la possibilità di partecipare alla raccolta dello zafferano e i ragazzi mi hanno permesso di fare delle prove con i petali. Ho utilizzato una cassetta di fiori, forse mezzo kg di petali freschi, che ho subito messo a bagno in acqua calda, ma non bollente.

In sintesi ecco i passaggi.

A parte avevo pronto sia un etto di filato che un foulard di seta (forse 30 gr) mordenzati in allume di rocca. Li ho messi in ammollo e nel frattempo ho preparato il bagno colore, però non ho cotto, ma solo lasciato i fiori in acqua calda, perché avevo paura di rovinare il colore.

Dopo una notte il bagno colore era un bel blu intenso.

Dopo 1 oretta di cottura nel colore, ecco a voi il risultato! Un bel verde acqua e il bagno era ancora molto ricco di colore quindi ho deciso di raccoglierlo come pigmento.

Avevo già visto quel colore in passato tingendo con gli iris blu varietà Germanica. Infatti facendo una ricerca tra libri ed internet ho scoperto che lo zafferano e l’iris appartengono alla stessa famiglia: le Iridaceae.

Nella storia della tintura l’iris era utilizzato soprattutto per fare un inchiostro verde. Nel libro del prof. Sergio Diodato “i buoni colori di una volta” trovate le varie fasi per la fabbricazione e anche le citazioni storiche.

Nella letteratura scientifica trovate il motivo di questo verde. Non è la clorofilla! ma una combinazione armoniosa di 2 gruppi di colori: gli antociani (blu) e i flavonoli (gialli). In pratica durante l’estrazione gli antociani blu si ossidano a favonoli gialli e noi vediamo un mix dei due.

I primi variano molto il loro colore con il pH e sono più sensibili alla luce e calore, mentre i flavonoidi sono più stabili. Per questo motivo con il tempo il colore diventerà sempre più giallo. Se però utilizziamo come mordente del solfato di ferro (il rame è vietato), i gialli virano verso il verde e quindi probabilmente da verde acqua ci ritroveremo un verde oliva..ma sempre verde, il colore più difficile da ottenere in tintura.

Ecco l’articolo:

https://www.researchgate.net/publication/233970485_Saffron_Petals_a_By-Product_for_Dyeing_of_Wool_Fibers

Infine vi riporto l’esperienza di tintura su lana con i petali, tutta italiana, protagonista Valeria Gallese di Aquilana:

DAGLI SCARTI DELLO ZAFFERANO LA LANA DEL GRAN SASSO SI TINGE DI ORO ROSSO

 

 

 

 

 

Share:

Facebook
Twitter
LinkedIn

Social Media

ULTIMI ARTICOLI

Iscriviti alla newsletter

On Key

Related Posts

Il nero in tintura naturale

Alzi la mano chi non ha almeno un capo nero nell’armadio. Questo colore è diventato nel tempo simbolo di eleganza sobria. Lo storico Pastoreau ci

Un giapponese a Mantova : L’indaco

A Mantova, nel mio campo, trovate 2 tipi di piante da indaco: il guado (Isatis tinctoria) e la persicaria giapponese (Polygonum tinctorium) La persicaria giapponese

Lo zafferano

La tintura naturale con i petali dello zafferano è il tema del momento. La raccolta sta cominciando ora e molti si domandano se è possibile